All’interno dell’organizzazione difensiva del Mezzogiorno medievale, e nel quadro dei meccanismi di potere e di controllo delle società feudali, si ricostruiscono nel volume genesi e funzioni, reali e simboliche, di un sistema castellare che, organizzato dal re normanno Ruggero II, è poi ristrutturato e rafforzato da Federico II di Svevia e, in parte, da Carlo I d’Angiò. Particolare attenzione è riservata all’analisi sia del ruolo di controllo del territorio svolto dai castelli, sia della loro gestione amministrativa, militare e finanziaria: chi erano i castellani e i «provveditori dei castelli»; chi faceva parte delle guarnigioni castellari, e quanto veniva retribuito; il quadro istituzionale e normativo che regolava attribuzioni e doveri della burocrazia castellare; l’approvvigionamento in armi e derrate; l’utilizzo dei castelli come prigioni; i rapporti tra le fortezze regie, le comunità locali e i signori feudali; le rivolte e gli assalti ai castelli. Da Castel del Monte a Bari, da Lagopesole a Melfi, unitinerario sorprendentemente attuale attraverso strutture castellari che, grandi o piccole, urbane o rurali, arsenali militari o simboli del potere, luoghi di difesa o elementi di dominio politico, hanno comunque rappresentato il “banco di prova” della capacità di governare gli uomini e i territori meridionali tra XI e XIII secolo.

CASTELLI MEDIEVALI Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angiò – Raffaele Licinio

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